Lo Sci Club Pezzoro un passato illustre di sport, passione e fatiche
Le origini
Pezzoro, paesino all’ombra del Gölem (in Italiano Monte Guglielmo), scopre lo sci negli anni trenta quando nel 1932 un gruppo di persone lungimiranti dello sci club «L’Alpe», Ferruccio Mascioli, Aldo Bianchi, Leonida Tedoldi, Lomini e Sbardolini, si innamorano della Pontogna e la eleggono a punto di partenza per gli sciatori provenienti dalla città e dalla valle.
Con pochi mezzi, nel 1935 viene inaugurato in Pontogna il rifugio, prima costituito da un solo piano, e un paio di anni dopo, viene sopraelevato per consentire la realizzazione di alcuni posti letto.
Con pochissimi mezzi a disposizione dal 1933 al 1939 vennero organizzate le prime competizioni della discesa libera, poi nel 1940 e 1941 venne la volta dello slalom gigante. Si fermò tutto l’anno successivo con l’avvento della guerra che costrinse tutti a dimenticare i bei momenti sulla neve.
Terminato il conflitto mondiale la passione di un Pezzorese speciale, Giuseppe Contrini, nel 1945-1946 fa nascere lo Sci Club Monte Guglielmo Pezzoro.
Fin dai primi anni lo Sci Club vanta atleti di calibro nazionale (Umberto e Vittorio Contrini, Vico Bernardelli, Aldo Contrini) che partecipano a tutte le gare possibili, perché Giuseppe Contrini aveva fatto nascere uno Sci Club per gareggiare.
Così, a Pezzoro, si iniziarono a praticare diverse discipline di sci. I materiali erano costruiti in casa da abili mani di falegnami, che ricavavano gli sci da vecchie assicelle di botti di vino.
In quegli anni a Pezzoro si potevano praticare: il salto con il trampolino, la discesa libera, lo slalom e lo sci di fondo.
Nel 1948 lo sci club aderisce alla Federazione Italiana Sport Invernali, varie targhe nella sede di Pezzoro testimoniano i quasi settant’anni di sodalizio con la Federazione.
Lo sci alpinismo moderno era ancora lontano dall’apparire sulla scena e sui monti di Pezzoro.
A Pezzoro, ai piedi del Monte Guglielmo, dal 1953 veniva organizzata ogni anno una gara di discesa. Si saliva a piedi con gli sci a spalle e si scendeva fino in paese. La manifestazione era molto considerata nell’ambiente agonistico del tempo e poteva contare sulla partecipazione dei campioni della famosa «valanga azzurra».
Negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 i ragazzi dello Sci Club Pezzoro gareggiavano e viaggiavano per le alpi con scarsi mezzi, molti di quei ragazzi sono diventati alpinisti famosi, maestri di sci e grandi amanti della montagna.
Gli scarsi mezzi di trasporto portarono una soluzione geniale la moto-sciatoria, una sorta di staffetta motociclistica per la salita e poi la discesa sugli sci. Ancora una volta la passione per la neve e la buona volontà sopperivano alla mancanza di mezzi e di possibilità.
Gli anni moderni e lo sci a Pezzoro
Dopo la presidenza di Giuseppe Contrini, la guida dello Sci Club passò a Feliciano Ferri, abruzzese di origine, ma adottato a Pezzoro. Ferri ingaggiò Achille
Cattaneo, uno dei più quotati maestri di sci e da lì si aprirono tre scuole: una per principianti, una per allievi e una per allievi maestri di sci. Cattaneo venne aiutato in questo impegno formativo da Umberto Contrini, Enzo Dancelli e Aldo Contrini.
In quegli anni a Pezzoro funzionavano tre skilift e Pezzoro era una fucina di atleti fondisti, discesisti, slalomisti e saltatori, che ovunque andavano facevano incetta di premi.
Terminata l’epoca Ferri, lo Sci Club è guidato da Oliviero Testi (Presidente dal 1971 al 1977), poi fu la volta di Bruno Zanardelli (Presidente dal 1977 al 1978), Adriano Contrini (Presidente dal 1979 al 1984), Bruno Contrini (Presidente dal 1985 al 1991) e Aldo Contrini (Presidente dal 1991 al 2014), figlio di Giuseppe Contrini, il fondatore dello Sci Club.
Sotto la presidenza di Adriano Contrini venne costruita una teleferica che dall’abitato di Pezzoro portava fino a quaranta paia di sci in Pontogna, mentre atleti e sciatori salivano a piedi nella neve, che a quei tempi superava ogni inverno il metro di altezza.
Nel 1982, dopo la morte del campione Aldo Contrini, nacque l’idea di una gara sul Monte Guglielmo, il «Discesù», in memoria di Aldo Contrini e Vico Bernardelli.
La gara era uno slalom gigante con un percorso di 6 Km e un dislivello di 1.000 metri con all’incirca 110 porte. Adottando una soluzione d’avanguardia, gli organizzatori guidati dal presidente in carica Bruno Contrini, ricorsero persino all’uso dell’elicottero per trasportare i concorrenti e i materiali alla partenza della competizione, in cima al Monte Guglielmo, una novità assoluta per il panorama sciistico dell’epoca.
Il «Discesù» arrivò a raggiungere i 140 concorrenti iscritti, rappresentava di certo una delle competizione più impegnative di quell’epoca, infatti i concorrenti passavano più di 2 minuti e mezzo sugli sci, bisogna considerare che le attuali gare poche volte superano il munito e mezzo di competizione.
Sotto la guida di Bruno Contrini, si disputa nel 1987 l’ultima edizione del «Discesù» che si trasforma, a partire dall’anno seguente 1988, nella gara di scialpinismo «Rampegada».
Dal 1994 in poi la competizione sciistica in quel di Pezzoro e sul Monte Guglielmo cambia fisionomia e caratteristiche. Diventa competizione di sci alpinismo, da gara di discesa diventa gara di salita, una nuova tecnica di sci appare nel panorama nazionale, lo scialpinismo si evolve rapidamente grazie a continue migliorie tecniche dei materiali, sempre più leggeri e affidabili. Uguale al passato rimaneva solo il dislivello che da Pezzoro porta in vetta al Monte Guglielmo.
Sono questi gli esordi delle prime gare di sci alpinismo organizzate a Pezzoro. Nasce la «Rampegada» di sci alpinismo.